Non è una situazione facile per l’economia mondiale. È una situazione drammatica per tutte quelle piccole e medie attività che magari già fanno fatica a guardare avanti perché ubicate in territori con scarso flusso turistico. A mandarle avanti solo il coraggio e la speranza. Anche per noi di Casa Gramsci non è un momento facile: abbiamo voluto scambiare due chiacchiere con lo staff per fare il punto della situazione, approfittando di questo articolo per ringraziare tutti coloro che ci hanno scelto per i loro soggiorni a Foggia.
Anche il comparto turistico affronta una profonda crisi a causa dell’emergenza sanitaria. Quanto ha pesato il primo lockdown su un’attività di questo genere ubicata in una città non prettamente turistica?
Viviamo un momento davvero drammatico: gli effetti del primo lockdown sono stati distruttivi considerando che abbiamo dovuto chiudere per mesi senza avere nessuna possibilità di introito e con scarsissimi e poco efficienti aiuti statali.
Attualmente non c’è un nuovo lockdown totale e nemmeno il blocco della circolazione tra le regioni (al momento in cui scriviamo n.d.r.) ma è comunque sconsigliato spostarsi. Qual è adesso la situazione?
C’è stato un lieve incremento durante l’estate e nelle prime settimane di settembre ma, adesso, siamo di nuovo allo stesso punto: le presenze sono scarse, l’economia del settore turistico diventa sempre più fragile. Persiste il timore degli spostamenti, pertanto, anche ponti e festività non stanno dando l’esito sperato.
Sono cambiate le esigenze degli ospiti?
No, quelli che hanno frequentato il nostro bed and breakfast non hanno espresso esigenze diverse rispetto a quelle del passato. Abbiamo sempre fatto il massimo per offrire al cliente un’esperienza confortevole e sicura. Ci siamo adeguati prontamente a tutte le misure sanitarie richieste. Per una struttura turistica che effettua pernottamento l’igiene è sempre al primo posto.
Ci sono afflussi diverse oppure il target è rimasto il medesimo?
Per chi lavora in una città non prettamente turistica il cliente tipo è chi viaggia per motivi di lavoro. Venendo meno fiere, convegni e tutto quel settore che mobilitava lavoratori su Foggia è venuto meno lo zoccolo duro della nostra struttura. Certo, occasionalmente, non mancano anche turisti oppure viaggiatori che hanno bisogno di sostare a Foggia per motivi personali ma ovviamente la pandemia ha influito anche su questi ultimi.
Infine, quali le prospettive a breve termine con l’attuale situazione sanitaria?
Speriamo tutti che non ci sia un nuovo lockdown totale ma, è evidente che, anche con la condizione odierna, per noi è come se lo fosse perché gli ingressi sono quasi azzerati. Speriamo tutti che si trovi al più presto una soluzione definitiva e che lo Stato intervenga con dei sussidi economici dignitosi e immediati. Altrimenti molte attività non riusciranno a sopravvivere con una grave perdita per l’economia locale di una città che già offre scarse possibilità occupazionali.